IL FINOCCHIO
IL FINOCCHIO
IL FINOCCHIO
Il finocchio appartiene alla famiglia delle Ombrellifere, come carote, sedano e prezzemolo. E' composto da un bulbo bianco o verde pallido al quale si sovrappongono steli coronati da foglie piumose, accanto a cui crescono i fiori che producono i semi di finocchio. Bulbi, steli, foglie e semi sono commestibili. Il gusto aromatico del finocchio è simile a quello della liquirizia e dell'anice, mentre la sua struttura è simile a quella del sedano, croccante e striato. Il finocchio è un eccellente fonte di vitamina C, potassio e fibre, e una fonte molto buona di minerali: magnesio, manganese, ferro, calcio, molibdeno. Una porzione di 100 gr di finocchio fornisce 31 calorie sotto forma di carboidrati con 3,1gr di fibre. Il finocchio viene spesso consumato per i suoi effetti medicinali. Gli erboristi ne fanno riferimento come antispasmodico intesinale (allevia gli spasmi intestinali e i crampi), carminativo (diminuisce ed espelle i gas), stomachico (tonifica e rafforza lo stomaco), anodino (calma il dolore). Per il suo contenuto di fitoestrogeni, è un rimedio utile per molti disturbi femminili, in particolare i sintomi della menopausa. L'estratto di finocchio risulta efficace nel trattamento dell'irsutismo idiopatico, l'eccessiva crescita di peli in donne con ciclo mestruale normale e regolari disaggi ormonali. In uno studio a doppio cieco, 38 pazienti sono state trattate con creme che contenevano, rispettivamente l'1% o il 2% di estratto di finocchio, o un placebo. Per valutarne l'efficacia sono stati quindi misurati il diametro dei peli e la velocità di crescita. Il valore medio della riduzione del diametro del pelo fu rispettivamente del 7,8%, 18,3% e -0,5% (risultati che mostrano chiaramente che il finocchio esercita un'azione antitestosterone). Il finocchio contiene una quantità elevata di composti di cumarina come l'anetolo, il principale componente del suo olio volatile. In diversi studi condotti su animali, l'anetolo ha dimostrato di diminuire le infiammazioni e di prevenire lo sviluppo del cancro. Per spiegare questi effetti i ricercatori hanno ipotizzato l'esistenza di un meccanismo biologico che blocca la segnalazione intercellulare, prevenendo l'attivazione di potenti molecole capaci di alterare i geni e scatenare l'infiammazione.
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